Il 27 marzo 2014, Lorenzo Furano ha presentato il libro di Eugen Rosenstock-Huessy, che dà il titolo a questo articolo, nell’ambito della rassegna Incontri con l’Autore

 

 

 

 

 

 

 

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di Lorenzo Furano

 

Un pensatore impuro
Eugen Rosenstock-Huessy (1888-1973)

 

Sostanzialmente sconosciuto in Italia, Eugen Rosenstock-Huessy è uno studioso che si interessa di storia, teologia, sociologia, linguistica e filosofia (ha pubblicato circa 450 saggi e 40 libri) e, cosa che ci interessa più da vicino, anche di tematiche legate all’educazione degli adulti.
Nato nel 1888 a Berlino in una famiglia ebraica non osservante, studia legge alle università di Zurigo, Heidelberg e Berlino e già nel 1912 inizia a insegnare diritto costituzionale e storia del diritto all’Università di Lipsia. All’epoca, era il più giovane Privatdozent della Germania.
Nel 1914, poco prima dello scoppio della prima guerra mondiale, conosce e sposa Margrit Hüssy, il cui cognome poi aggiungerà al proprio. Durante la guerra è di stanza presso il fronte occidentale, dove organizza corsi per le truppe.
La prima guerra mondiale costituisce per Rosenstock-Huessy uno spartiacque sia sul piano personale che dal punto di vista storico. Un nuovo evento di quella portata è ben più che un capitolo supplementare da inserire nella prossima edizione di un libro di storia. Esso riscrive la storia, la semplifica e, poiché inizia un nuovo futuro, riesce a cambiare anche la nostra visione del passato. Questo cambio di prospettiva riusciamo a capirlo meglio se pensiamo a come nuove esperienze di vita quali un nuovo amore, una nuova casa, una nuova convinzione, cambiano completamente anche il nostro modo di vedere il nostro passato.
Per questo, alla fine della guerra non torna subito all’insegnamento universitario, ma inizia ad interessarsi alla formazione di giovani ed adulti, fonda il lavoro di servizio civile ed istituisce i giornali del lavoro.
Egli è infatti convinto che dopo la guerra nulla sarebbe stato più come prima. Era crollata la supremazia dell’Europa nel mondo, ed assieme ad essa erano crollati anche tanti miti e ideali del passato: d’ora in avanti gli uomini avrebbero dovuto vivere nel futuro senza modelli romantici, ideali e patriottici. E cosa può esserci di meglio che cercare di costruire un nuovo modello formativo, che non fornisca un sapere sterile e fine a se stesso, ma che sappia renderli capaci e forti per la vita che li aspetta? Da qui l’esperienza dei campi di lavoro per operai, contadini e studenti. Esperienza che inizia con il campo stabilito in Slesia e si diffonde a macchia d’olio in tutta l’Europa centrale.
Presso la casa automobilistica Daimler-Benz, fonda (1919) e dirige il Daimler Werkzeitung (Giornale del lavoro), il primo giornale di fabbrica in Germania. Nel 1921 fonda a Francoforte sul Meno l’Accademia del Lavoro, che organizza corsi e seminari per gli operai. Si dimette nel 1923 per divergenze con i rappresentanti sindacali, ma continua ad interessarsi di educazione degli adulti, con l’obiettivo di dare ai lavoratori industriali una voce propria nella società.
Torna quindi all’insegnamento universitario, prima a Darmstadt, poi a Breslavia dove insegna storia del diritto tedesco, ma collabora anche all’organizzazione di campi di lavoro per studenti, agricoltori e operai, e si occupa della vita e delle condizioni di lavoro dei minatori delle miniere di carbone di Waldenburg (Slesia).
Il 30 gennaio 1933, alla presa del potere da parte di Hitler emigra negli Stati Uniti dove, dopo una breve esperienza all’università di Harvard, passa al Dartmouth College di Hanover (New Hampshire), dove insegna fino al suo pensionamento nel 1957, ispirando generazioni di studenti.
A questo proposito, è interessante rilevare che quando emigra si dimette dall’incarico - assegnatogli nel 1929 - di presidente della Lega mondiale per l’Educazione degli Adulti perché ritiene che sarebbe stato un abuso di fiducia continuare a servire in questo ufficio adesso, che da autorevole professore di un’università tedesca è divenuto un semplice emigrante.
Anche negli Stati Uniti continua ad interessarsi di formazione degli adulti, tanto che 1940 propone e organizza un progetto di formazione per i giovani del Civilian Conservation Corps (CCC), il programma governativo di soccorso pubblico per disoccupati e giovani provenienti da famiglie economicamente disagiate, una delle misure (note come New Deal) prese per risollevare il Paese dalla Grande Depressione economica degli anni ‘30. Il Campo William James che Rosenstock-Huessy realizza vuole essere il prototipo per un volontariato in tempo di pace, con l’obiettivo di formare giovani leader e di trasformare il CCC da programma per giovani disoccupati in un’esperienza di lavoro per volontari provenienti da tutti i ceti sociali.
Con questa breve nota ho voluto evidenziare un aspetto, quello più pragmatico, del pensiero e dell’opera di un filosofo che non ha mai rinunciato ad essere se stesso, partendo dalla propria esperienza di essere umano. Caratteristica questa di cui andava orgoglioso e dalla quale trae origine la sua polemica contro Descartes e il moderno razionalismo, caratteristica in base alla quale si definisce un “pensatore impuro”; impuro non soltanto perché rifiuta di ridurre l’uomo alla sua mente, ma anche perché non accetta di dire cose che non hanno origine nel suo cuore e di svolgere una funzione che lo costringa a pensare in un modo e agire in un altro, perché non vuole trasformarsi in “puro” osservatore di un mondo del quale invece è e vuole essere componente attivo e consapevole.